

Emmanuel Ihemeje: triplista per caso da Zingonia in odore di Olimpiadi
17,26 metri: record personale per Emmanuel Ihemeje, che con questo risultato centra anche il minimo olimpico. Un sogno che si avvera per il campione di salto triplo 22enne nato a Carrara da genitori Nigeriani che ha trascorso la sua infanzia a Zingonia. Un amore, quello di Emmanuel per il salto triplo, nato quasi per caso, come racconta lui stesso.
Salto triplo: 17.26 metri record personale per il nostro Emmanuel Ihemeje. Con questo risultato centra anche il minimo olimpico.
“A 9 anni sono entrato nell’Atletica Estrada. L’allenatore Giulio Ferri mi ha accolto e fatto sentire a mio agio da subito e ho iniziato a provare diverse specialità, anche se inizialmente ero un mezzofondista. Ma da bambini si prova un po’ di tutto e in poco tempo sono uscite le mie doti da ostacolista e velocista. Così a 11 anni ho iniziato ad allenarmi con Paolo Brambilla nel 400 ostacoli fino a che lui ha deciso di farmi allenare per il salto triplo e ha pensato di farmi fare una gara”. Una decisione senza dubbio illuminata quella dell’allenatore, dato che dopo soli 6 mesi di allenamento Emmanuel si è piazzato secondo ai campionati europei di Grosseto.
Un risultato che lo ha spinto a trasferirsi in Francia per tentare di avverare il suo sogno: “All’inizio è stato difficilissimo perchè il metodo di allenamento lì era completamente diverso rispetto a quello che avevo seguito in Italia, ma mi sono ambientato in fretta. Però dopo 4 mesi mi sono infortunato e ho dovuto abbandonare la stagione per tutto il 2018”. Nel 2019 Emmanuel torna a saltare tra alti e bassi, con qualche altro piccolo infortunio, ma alla fine conclude stabilendo il suo record personale a 16,28 metri. Poi la decisione di trasferirsi negli States, a Los Angeles, per stare vicino alla famiglia. “L’idea era quella di prendere una borsa di studio in un college californiano.
Poi con la pandemia nel 2020 non ho potuto fare nemmeno una gara. Sono rimasto a casa con i miei a studiare e a fine anno ho deciso di trasferirmi all’università dell’Oregon che ha una scuola leggendaria. Arrivato qui mi sono ambientato subito bene: sono uno molto socievole e fin dall’inizio ho lavorato bene anche con l’allenatore”.
E proprio con l’università di Oregon Emmanuel è riuscito in un’impresa che ha dell’incredibile. A Fayetteville, in Arkansas, ha vinto il titolo Ncaa indoor di salto triplo. È stato il primo italiano a riuscire nell’impresa e lo ha fatto stabilendo il suo record personale e raggiungendo lo standard olimpico.
“Ho avuto l’onore di concedere la cittadinanza italiana ad Emmanuel – ha detto il sindaco di Verdellino Silvano Zanoli – e gli ho strappato la promessa di portare la prima medaglia olimpica a Zingonia”. Promessa che Emmanuel non vede l’ora di mantenere “Zingonia è il posto in cui sono cresciuto, circondato da tanti amici che venivano da tutto il mondo. A Zingonia ho avuto la fortuna di conoscere tantissime culture diverse e anche se ai tempi era particolarmente malvista crescere lì è stata una motivazione in più per diventare un campione. Se oggi sono qui è anche grazie a tutti i miei amici di Zingonia che mi hanno incoraggiato a non mollare mai. Perchè per tanti di loro rappresento qualcosa, sono il simbolo che anche partendo dal basso si può arrivare in cima. Per questo per me è importante mantenere quella promessa. Il mio sogno è quello di cantare a squarciagola l’inno di Mameli dal podio di una manifestazione internazionale. Ce la metterò tutta, se c’è qualcosa che ho imparato in questi anni è che nulla è impossibile. “.
“Quello che vorrei dire a tutti i ragazzi è che se c’è qualcosa che ti piace fare, devi farla fino in fondo. In questi anni se c’è qualcosa che ho imparato è che nulla è impossibile”
Ed è questa, secondo Emmanuel, la cosa più importante. “Quello che vorrei dire a tutti i ragazzi è che se c’è qualcosa che ti piace fare, devi farla fino in fondo. Non solo nello sport ma in tutto. La mia passione è stata la cosa che mi ha tenuto lontano da tutti quegli sbagli che si fanno da adolescenti, come le sigarette o le serate estreme. Lo sport ti insegna a non mollare mai. Ho avuto in carriera tanti momenti bui, ho anche pensato di smettere. Devo ringraziare mia mamma che anche mettendosi contro il mondo mi ha sempre spinto ad andare avanti. Il segreto è questo: crederci fino in fondo. Nonostante gli infortuni, le voci dei giornalisti e dei commentatori che dicono che sei finito, andare avanti. Provare al mondo intero che la gente si sbaglia”.