

Quest’anno sicuramente il tradizionale motoraduno degli Iron Hammers a Ciserano non si terrà ma i motociclisti che da anni si riuniscono in estate hanno trovato comunque il modo di fare un gesto solidale per i ciseranesi. Il gruppo ha infatti donato 500 euro al Comune per l’acquisto di mascherine da distribuire alla popolazione. Nato nel 1995, il gruppo degli Iron Hammers da 25 anni con il motoraduno e la castagnata raccoglie fondi che vengono poi donati alle varie associazioni del paese.
“Negli anni scorsi con i fondi raccolti abbiamo sostenuto la fondazione San Giuliano, la Caritas, i Servizi Sociali e altre Associazioni. Quest’anno ci siamo orientati sulle mascherine”.
E anche quest’anno, pure se non potranno fare la festa, i motociclisti dal cuore d’oro non potevano certo tirarsi indietro, come spiega il referente Giordano Defendi: “Ovviamente ci dispiace di non poter fare la festa al Fopa Gera, ma siamo convinti della bontà dei provvedimenti per il contenimento dell’epidemia. Nonostante questo ci siamo voluti impegnare per raccogliere fondi tra noi membri del gruppo, tra le nostre famiglie e i nostri amici, per fare comunque qualcosa per la gente.
Negli anni scorsi abbiamo sostenuto la fondazione San Giuliano, la Caritas, i Servizi Sociali e varie associazioni del territorio.Quest’anno vista la difficoltà nell’acquisto delle mascherine ci siamo orientati su quelli.
Abbiamo raccolto circa 500 euro che abbiamo girato al comune”. Niente da fare per il motoraduno quindi che con le sue 700 moto e oltre 2mila visitatori in un solo giorno sarebbe considerato senza ombra di dubbio un assembramento. Resta la speranza di poter fare, a novembre, la tradizionale castagnata in piazza della Pace, sempre a scopo benefico.
Una vocazione solidale, quella degli Iron Hammers di Ciserano, che sembra un po’ stridere con il nome apparentemente duro.
Una vocazione solidale, quella degli Iron Hammers di Ciserano , che sembra stridere un po’ con il nome apparentemente “duro” che portano e con il logo del gruppo, due martelli incrociati sopra un motore. In realtà il nome “Martelli di Ferro” nasconde una storia che rivela tanto delle 35 persone che ne fanno parte. “Quando facevamo i giri in moto tutti insieme- racconta Defendi – prima di creare ufficialmente il gruppo, capitava spesso di incontrare qualcuno che aveva problemi alla propria moto e che era rimasto a piedi. Noi ci fermavamo e, tra di noi, c’era sempre qualcuno che si portava dietro un martello e delle pinze per poter fare una prima riparazione e tornare a casa in sella alla propria moto. Per quello gli altri motociclisti hanno iniziato ad associarci ai martelli, che abbiamo poi mantenuto nel nome e nel logo. Con noi nessuno è mai rimasto a piedi”.