

Uscirà tra pochissimo il terzo libro di Martina Pentasuglia, giovanissima autrice di Boltiere di soli 22 anni, laureanda in lettere. Un libro non programmato, nato proprio durante queste settimane di emergenza sanitaria: “In realtà – spiega Martina – avrei dovuto pubblicare un romanzo, che è già terminato e che ho scritto nei mesi precedenti. Ma quando è iniziata la quarantena ho sentito la necessità di tornare alla poesia. Ho iniziato a scrivere il primo giorno di quarantena e ho finito giovedì scorso”.
Ho dedicato una parte anche al progetto ‘Io non ho paura’ contro la violenza sulle donne, che purtroppo è aumentata esponenzialmente durante la quarantena”.
Il terzo libro di Martina Pentasuglia si intitola “Sono una DONNA, ma puoi chiamarmi se vuoi POETA” e sarà pubblicato con Amazon kindle direct publishing nella settimana del 2 giugno. Si tratta di una raccolta di poesie divisa in tre sezioni, distinte ma tutte legate dal filo conduttore della pandemia e della quarantena. “La prima sezione – spiega Martina – si chiama proprio ‘Covid 19’ ed è sicuramente la parte più triste e più amara. Ne ho scritto proprio nelle prime settimane, nel momento più difficile, quando tanti di noi hanno perso un parente o un amico. Ho raccolto testimonianze di persone che hanno vissuto in prima linea questa emergenza nel proprio lavoro e ho dedicato una parte anche al progetto ‘Io non ho paura’ contro la violenza sulle donne, che purtroppo è aumentata esponenzialmente durante la quarantena”.
La seconda sezione del volume si intitola “Poesia Botanica” ed è legata al simbolismo dei fiori “Sin da piccola – racconta l’autrice – ho avuto la passione per i fiori e per le leggende ad essi legate.
Una cosa che ho riscoperto in questa quarantena, dedicando queste storie così affascinanti a persone che hanno vissuto questa situazione. A differenza di quanto ho fatto negli altri libri però non ho voluto inserire premesse alle mie poesie: per me hanno un significato preciso, ma non voglio spiegarlo. Voglio che ognuno dei miei lettori possa trovare nelle mie poesie un suo personale significato”.
La terza sezione infine si intitola “Poesia del cuore” e parla del futuro. Un futuro fatto di sogni, di speranza e di un ritorno alla normalità, alle giornate in spiaggia e ai pic nic sui prati.
“Per me questo periodo di quarantena, è stato un periodo di riscoperta in sé stessi e di crescita personale”
“All’interno del libro ho voluto inserire anche qualche poesia tratta dalla mia precedente raccolta, ‘Dove sei’ che parla di crescita personale e riscoperta di sé stessi – ha sottolineato Martina Pentasuglia – Per me questo periodo di quarantena lo è stato. Mi sono accorta, come ho scritto nell’introduzione a questo terzo libro, di quanto velocemente siano cambiate le mie priorità. Sono passata dal pensare a cosa mettermi la sera successiva al preoccuparmi del fatto di aver preso il virus al supermercato. Questo non vuol dire che penso, come ha detto qualcuno, che questa quarantena abbia tirato fuori il meglio di ciascuno di noi. Da qualcuno ha tirato fuori il peggio, come ho avuto modo di constatare di persona facendo volontariato in questo periodo. Diciamo che è stata un’opportunità di riflessione. A ciascuno di noi il compito di farla fruttare nel modo migliore”.